Un terzo dei ritardi nei voli aerei europei causati da problemi al controllo dei voli si deve a un paese particolare: la Francia. Lo ha stabilito in questi giorni un rapporto elaborato da una commissione del parlamento francese. Il rapporto è stato presentato il 13 giugno dal senatore Vincent Capo-Canellas, che ha 50 anni e fa parte di Mouvement Démocrate, un partito centrista che sostiene il presidente Emmanuel Macron.
Il rapporto spiega che il controllo di volo francese comporta per le compagnie aeree costi extra di circa 300 milioni di euro e che nel 33 per cento dei casi europei in cui un aereo parte in ritardo per colpa del controllo dei voli, la colpa è francese. Capo-Canellas ha spiegato che i problemi sono dovuti alle attrezzature vecchie (nonostante dal 2011 siano stati spesi 2 miliardi di euro per rinnovarle) e ai frequenti scioperi del personale. Il rapporto ha messo in evidenza però anche il fatto che, nonostante tutto, la sicurezza dei voli risulta sempre garantita: i ritardi dovuti al controllo di volo francese finora hanno creato disagi, non pericoli.
Il rapporto ha anche evidenziato che tra il 2004 e il 2016 i controllori di volo francesi hanno scioperato per ben 254 giorni, contro i 46 giorni dei loro colleghi greci e i 37 dei loro colleghi italiani. Il Guardian indica che i controllori di volo francesi guadagnano circa cinquemila euro al mese e lavorano in genere per tre giorni, riposando i tre successivi.
Il senatore francese ha spiegato che è difficile aspettarsi che le cose migliorino nel breve periodo, perché mentre nel controllo di volo francese continuano a lavorare le stesse persone (circa 4.000), i voli aumentano: nel 2017 ci sono stati 3,1 milioni di voli in Europa, il 4 per cento in più rispetto al 2016 e l’8,6 per cento in più rispetto al 2015.