L’11 settembre i piloti della compagnia tedesca hanno incrociato le braccia, annullando 70 voli e lasciando 7 mila persone negli scali tedeschi a causa di uno sciopero bianco non annunciato. La protesta segue la chiusura delle trattative per il passaggio dei piloti ad un eventuale compratore del vettore tedesco ormai fallito, che avrebbe permesso loro di salvaguardare il posto di lavoro.
A metà agosto, dunque, la compagnia (controllata per il 29,2% da Etihad, che possiede anche il 49% di Alitalia) ha annunciato l’avvio della procedura d’insolvenza.
Secondo quanto riportato dai quotidiani tedeschi, Air Berlin nello stesso mese aveva in cassa solo una manciata di milioni di euro, una cifra non sufficiente per garantire l’operatività dei voli entro metà settembre, costringendo Berlino a erogare un prestito d’urgenza da 150 milioni di euro.
Il maxi assegno è servito a far volare gli aerei del vettore tedesco per almeno un altro mese e permettere, se non altro, a migliaia di turisti in vacanza all’estero di tornare a casa.
Già lo scorso anno la compagnia tedesca aveva chiuso con un rosso di 782 milioni di euro, portando le perdite complessive degli ultimi sei anni a quasi 3 miliardi di euro, mentre i debiti si attestano a 1,2 miliardi.
La causa?
A spingere l’aviolinea al fallimento è stato proprio il vettore di Abu Dhabi: dopo aver inviato un prestito di 250 milioni di euro per 18 mesi ha deciso d’interrompere i prestiti a fronte di nuove richieste di liquidità da parte del vettore tedesco.
Air Berlin, in difficoltà da anni a stare sul mercato: sul breve e medio raggio soffriva la concorrenza dei vettori mediorientali, mentre in Europa non riusciva a stare al passo delle altre agguerrite low cost come appunto Ryanair, Easyjet, Vueling e Wizz Air.
Le conseguenze
L’ipotesi più accreditata è quella che rispecchia il passaggio del vettore tedesco a Lufthansa, che nelle sue mani ha già compagnie come Eurowings, Swiss, Austrian Airlines e Brussels Airlines, e che quindi assorbirebbe anche parte del personale di Air Berlin, oggi corrispondente a circa 8.000 persone.