L’ultimo Dpcm del 14 gennaio, ha cercato di fare chiarezza sulle procedure da seguire al momento del rientro in Italia da una meta europea o extraeuropea.
1. Tampone entro le 48 ore
Dal decreto si evince che si deve obbligatoriamente “presentare al vettore al momento dell’imbarco e a chiunque sia deputato a effettuare i controlli un’attestazione di essersi sottoposti, nelle 48 ore antecedenti all’ingresso nel territorio nazionale, a un test molecolare o antigenico, effettuato per mezzo di tampone e risultato negativo”.
Se questa documentazione non viene prodotta, non sarà possibile imbarcarsi.
2. L’autocertificazione
La disposizione indica che: ”le persone che hanno soggiornato o transitato nei 14 giorni antecedenti all’ingresso in Italia in stati o territori di cui agli elenchi C oppure D ma anche quelli non compresi in questi elenchi, “anche se asintomatiche, sono obbligate a comunicare immediatamente il proprio ingresso nel territorio nazionale al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio”.
Dovrà invece tempestivamente avvertire l’autorità sanitaria e sottoporsi all’isolamento, chi avverte i sintomi del Covid-19.
3. Quarantena obbligatoria
Secondo quanto previsto dall’ultimo dpcm del 14 gennaio, l’obbligo di quarantena invece è per le persone che nei 14 giorni precedenti, hanno soggiornato o transitato in Stati compresi nell’elenco D, ovvero Australia, Giappone, Nuova Zelanda, Repubblica di Corea, Ruanda, Singapore, Thailandia.
Mentre è possibile rientrare in Italia con mezzi privati anche se si è asintomatici, l’importante è che una volta rientrati presso la propria abitazione, si osserva la quarantena fiduciaria per i successivi 14 giorni.