È la nuova fase nei ricavi ancillari, quegli introiti derivanti dalla vendita di servizi al di fuori del semplice biglietto (che a malapena copre le spese di trasporto). Come la scelta del posto, l’imbarco prioritario, il trasporto in stiva della valigia, l’acquisto del cibo o della connessione internet.
Un «tesoretto» che quest’anno ammonterà a 100 miliardi di dollari (85 miliardi di euro), il 12% dei ricavi complessivi, stando all’analisi sulle stime finanziarie della Iata (l’associazione internazionale che riunisce oltre l’80% dei vettori). Un esborso aggiuntivo in media, per passeggero, di 23 dollari (circa 20 euro). «Stiamo parlando di una cifra notevole per il settore», sostiene Brian Pearce, capo economista della Iata. «Da un lato vediamo la tariffa media diminuire, dall’altro assistiamo al rimbalzo degli extra. Ci aspettiamo che nei prossimi anni il peso sui ricavi complessivi aumenti».
Ora, però, le idee innovative sono finite. E le compagnie stanno cercando di capire come generare più introiti dagli extra che esistono già , stando alle opinioni di una dozzina di aviolinee. Alcuni esempi? Le cappelliere saranno sempre più a disposizione soltanto di chi paga un extra (Ryanair ha già aperto la strada). Ciascun sedile avrà un costo aggiuntivo diverso: dispendiosi quelli davanti (perché si sbarca prima), nel lato finestrino e in corridoio (perché più comodi), meno cari quelli centrali o nei pressi dei bagni. La coperta e il cuscino diventeranno a pagamento in Economy. I bagagli in stiva, poi, avranno prezzo variabile: si pagherà di più durante i picchi di stagione, si sborserà di meno lontani dalle feste. E nei voli intercontinentali l’intrattenimento di bordo fornirà gratis i film vecchi, a pagamento quelli nuovi. Insomma, per chi vola le cose non miglioreranno. I ricavi extra per le compagnie aeree rappresentano quest’oggi una sorte di paracadute contro l’imprevedibilità del settore aereo, in costante cambiamento.